Il ritorno
A breve ...
Hanno combattuto con il cuore, assieme ai loro più noti fratelli del Don, i cosacchi di Linz; ma hanno avuto la sfiga di riparare lì a Linz, in quella Polonia che per secoli è stata terra di nessuno, stretti in una tenaglia feroce, tra Wermacht ed Armata rossa. Hanno cercato alleanze, ma sono stati abbandonati dagli inglesi ai sovietici ed al proprio destino.
Romano Prodi, Massimo D'Alema, Francesco Rutelli e Luciana Sbarbati insieme a Bari per "Italia riparte". Ore 17.30, Piazza della Prefettura
'Ci sono porcherie e bilanci che non sono seri'
Segretario Ds: 'azioni inefficaci', ministro: 'non e' vero' (ANSA) - ROMA, 17 mar - Botta e risposta tra il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu e il segretario Ds Piero Fassino sui temi dell'immigrazione. "L'azione di contrasto all'immigrazione clandestina e' stata inefficace", ha sostenuto Fassino a Matrix, in un confronto con il ministro dell'Interno che ha replicato:'in tre anni l'immigrazione via mare e' diminuita del 41%'. In merito alla vicenda dei rimpatri dei clandestini,Fassino ha definito 'sbagliato' l'esposto presentato contro Pisanu.
15 Marzo 2006
Sicurezza, decisione, pacatezza. Romano Prodi serio e determinato ma con un largo sorriso che spesso gli illumina il viso ha tirato fuori le armi migliori nel faccia a faccia appena concluso con il premier Silvio Berlusconi.
Senso di giustizia, equità, solidarietà e difesa dei più deboli per permettere all'Italia di «andare di nuovo forte», e così «organizzare un po' più di felicità per tutti noi».
Con queste parole il leader del centrosinistra ha chiuso il suo appello finale previsto per entrambi i contendenti dal regolamento pattuito in precedenza dai due staff.
Il professore non si è risparmiato nelle risposte a tutte le domande dei due giornalisti presenti in studio (Marcello Sorgi, ex direttore de La Stampa, ora editorialista dello stesso giornale e Roberto Napoletano, direttore del Messaggero) e nelle repliche alle risposte di Berlusconi. Tanti i temi toccati, si parte con il cuneo fiscale, la promessa della diminuzione di 5 punti delle tasse sul lavoro. Dopo aver precisato che "non si aumentano le imposte per diminuire il cuneo fiscale, bisogna spiegare bene agli italiani che il lavoro oggi e' gravato da un'imposta superiore al 30%».
Prodi ha confermato la ricetta della diminuzione di cinque punti: «Noi abbiamo pensato abbiamo fatto tutti i calcoli e i cinque punti noi li possiamo già fare». «Lo confermo- ha proseguito Prodi - la riduzione del cuneo fiscale sarà fatta nel primo anno, nessuna pensione sarà intaccata”.
Ad un premier che gioca in difesa il professore risponde ricordando i fallimenti della politica i controllo dei conti pubblici di questo governo: "Un paese decente controlla la spesa pubblica che in questi anni ha continuato a crescere senza controllo". Il suo discorso si allarga poi ai frequenti condoni contenuti nelle leggi finanziarie del governo: ''L'enorme quantità di condoni ha portato notevoli irregolarità nel sistema tributario, abbiamo un bilancio in situazione disastrosa».
Berlusconi gioca tutte le sue carte con accuse che spesso scadono sul personale: «Prodi risponde ai “dante causa” che sono i suoi alleati».
Prodi risponde con uno dei suoi propositi più importanti: «Abbiamo e avremo sempre come prioritari la difesa dei piú deboli» Poi spiega meglio:«Abbiamo bisogno di far riprendere il Paese e di farlo crescere. Il paese cresce soltanto se c'è il senso della giustizia e dell'equità, con cui si possono chiedere i sacrifici a tutti e con uno scopo ben preciso».Il dibattito scivola sui temi più diversi. L’orologio scorre veloce, mentre Prodi, allenato dai mille incontri alla Fabbrica del Programma scanditi da un timer tolto ad un campo di basket, riesce quasi sempre a rimanere nei limiti il premier fatica a frenare la sua loquacità.
Sulle donne Prodi è molto chiaro. Crede alla necessità di regolare la presenza femminile nel Parlamento e nel governo attraverso le famigerate “quote rosa”. «Ci doveva essere una legge sulle quote rosa per dare una maggiore rappresentanza alle donne in Parlamento e al governo - attacca il professore - non e' stata fatta perche' la maggioranza non ha voluto. Da presidente della Commissione europea ho messo una quota del 30% per le donne, bisognava introdurla anche per l'Italia. Dieci anni fa speravo che si potesse avere maggiore rappresentanza femminile senza le quote ma oggi l'esperienza mi dice che non ci si arriverebbe nemmeno tra 50 anni».
L’editorialista de La Stampa incalza i due leader sull’immigrazione. Anche qui Prodi non si mostra impreparato. Inizia la sua risposta denunciando lo scandalo delle lunghissime file di immigrati in attesa di regolarizzare la propria posizione in base alla legge Bossi-Fini davanti agli uffici postali.
Dinanzi ad una debole difesa della legge sull’immigrazione del presidente del consiglio Prodi risponde: «non si può affrontare il problema dell'immigrazione come qualcosa di staccato dall'intera societa': la politica dell'immigrazione e' parte dela nostra strategia perchè gli imprenditori ne hanno bisogno, non si puo' volere i lavoratori di giorno e volerli cacciare di notte, bisogna accoglierli nei diritti e nei doveri propri dei futuri cittadini italiani».
Altro tema che non può essere evitato in un dibattito tra le due persone che si contenderanno la guida del paese sono la scuola e il lavoro. Chiaro il messaggio dell’ex presidente della Commissione europea: «Dobbiamo mobilitarci tutti assieme per la scuola - è l'obiettivo del leader dell'Unione - il lavoro, per ridurre il precariato e dare uno stabile orizzonte ai nostri ragazzi, perchè possano farsi una famiglia e avere un governo e una legislazione che vada avanti in questa direzione. Lo si puó ottenere solo se c'è un senso di solidarietà e se non si ha il senso che uno governa contro l'altro».
Il lavoro «Bisogna stare tranquilli, non aumenteremo le imposte per abbassare il cuneo fiscale. Bisogna spiegare bene agli italiani che il lavoro oggi e' gravato da un'imposta superiore al 30% e che se vogliamo reggere alla concorrenza straniera e' necessario ridurre il costo del lavoro. Abbiamo calcolato che cinque punti di cuneo fiscale possiamo ridurli».
Il dibattito si avvia alla fine e mentre Berlusconi continua imperterrito a cercare di screditare il ruolo del suo avversario, sprecando quasi tutto il suo tempo nell’appello finale, Romano Prodi chiude invocando una nuova organizzazione della felicità, «perchè il Paese cresce solo se ripartiamo tutti insieme. Per la scuola, contro il precariato, perché i giovani possano farsi una famiglia. Si può fare solo con un senso di solidarietà, se si portano avanti gli stessi obiettivi con senso di giustizia redistributiva, di difesa dei più deboli. Anche noi vogliamo uno stato più snello. perché l’Italia può ripartire».
Berlusconi e Prodi, atto primo. Nonostante l'abitudine quotidiana alle apparizioni televisive, si è trattato di un vero e proprio debutto anche per due protagonisti consumati della scena politica. Le regole imposte al confronto, assai severe e da taluni criticate, sono state comunque giudicate come le uniche in grado di garantire effettive condizioni di parità. I tempi contingentati degli interventi esigono chiarezza, sintesi informativa, unite alla capacità di "bucare" lo schermo con sguardi, atteggiamenti, modo di vestire e di atteggiarsi.
(AGI) - Roma, 15 mar. - Record di ascolti per una serata che entra nella storia della Rai: un telespettatore su due ha seguito il faccia a faccia su Raiuno. Sedici milioni di italiani, share da capogiro del 52,13% come per le partite di cartello della nazionale, sono rimasti incollati davanti al piccolo schermo per il primo duello tv tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi. In attesa del match di ritorno, il 3 aprile, vincitore del faccia a faccia di ieri sera e' senz'altro l'audience. La Rai e' piu' che mai soddisfatta per come sono andate le cose. Oggi in apertura dei lavori del CDA il Presidente Claudio Petruccioli ed il DG Alfredo Meocci hanno sottolineato l'importanza, anche per la Rai, della serata di ieri. Apprezzamenti e ringraziamenti anche per "l'arbitro" del match, il direttore del TG1 Clemente Mimun, per "l'equilibrio e la puntualita' con cui ha moderato la trasmissione". Il duello occupa stamani anche molte pagine della stampa estera a testimonianza dell'importanza dell'avvenimento. "Dibattito noioso?", si chiede il leader dell'Unione, "non siamo ballerine, comunque sono contento". Il Cavaliere: "Non mi sembra abbia vinto lui". Ma un primo sondaggio e' favorevole al Professore. L'Swg rileva che secondo gli intervistati Romano Prodi e' piaciuto piu' del rivale (46,5% contro 34,7%) e ha vinto il confronto per il 42,6% contro il 35,6%. Il giorno dopo Romano Prodi si dice "soddisfatto" del faccia a faccia con Silvio Berlusconi. Il leader dell'Unione sottolinea: "Finalmente abbiamo messo in luce l'incongruenza di tutte queste valanghe di cifre. E poi e' finito anche il discorso 'comunisti, comunisti, comunisti' e ancora 'comunisti, comunisti, comunisti'. Era una musica che andava avanti da un po'. Chiuso, si parte con i contenuti, su cosa vogliamo per il Paese domani e finalmente comincia un dibattito politico un po' decente". E' andata male? Silvio Berlusconi dice: "A me risulta un esito contrario". E sulla questione delle dichiarazioni di Prodi secondo cui a Berlusconi "non stanno bene le regole in generale", il Premier osserva: "E' una frottola, una fandonia, una falsita' e una menzogna come tutte quelle che ho sentito provenire da lui ieri sera". E Prodi aggiunge: "le regole valgono per tutti. Dobbiamo vivere con le regole, se le regole non piacciono vuol dire che dobbiamo scambiare la faccia tosta con l'intelligenza". Sul diktat imposto dall'orologio nelle domande e nelle risposte il Professore puntualizza che in due minuti e mezzo si dicono tante cose. "Ho imparato al Parlamento europeo ed anche ieri che in due minuti e mezzo si dicono tante cose", afferma Prodi. Per il Presidente dei DS, Massimo D'Alema, ieri sera Berlusconi ha passato il testimone e "non e' piu' in grado di comunicare al Paese", mentre Prodi "e' stato molto efficace". Il segretario DS, Piero Fassino, afferma che "Berlusconi era cosi' in difficolta' che concludendo la trasmissione ha sbagliato anche la telecamera in cui guardare. Il classico due a zero, a favore di Prodi, con cui si va a casa soddisfatti". Severo con entrambi i duellanti il vicepremier Gianfranco Fini che sostiene: "Prodi e' stato grigio, ma Berlusconi ha dato l'impressione di credere che tutto vada bene. Un eccesso perche' tanti elettori indecisi sanno che nella nostra societa' ci sono molti problemi". Fini non ritiene che il dibattito tv "abbia cambiato di molto la situazione". Soddisfatto invece il leader della Margherita, Francesco Rutelli, che dice: "abbiamo scollinato. Siccome Prodi e' un buon ciclista, arriva il momento in cui sai di essere in salita, pero' ti stai avviando al traguardo. Anche una discesa ha le sue insidie. Naturalmente non consideriamo che la partita sia conclusa e non la diamo per vinta, saremmo superficiali". Il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, parla di regole troppo rigide e non nasconde la noia che ha provato mentre a bocciare la qualita' del dibattito arriva il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno. "In realta' il profilo del dibattito e' stato abbastanza basso, l'ho trovato molto scollato dalla realta', sia da una parte che dall'altra. Secondo me, Berlusconi ha dato piu' concretezza", osserva Alemanno per il quale Prodi "era sereno e rilassato ma e' stato povero di proposte". Paolo Gentiloni, presidente della commissione Vigilanza Rai, e' dell'avviso che "ha vinto Prodi" e respinge l'accusa di programma noioso. L'esponente DL afferma: "il formato televisivo l'ho trovato riuscito. Noioso ? A giudicare dai 16 milioni di telespettatori, meno noioso dell'ennesima puntata-teatrino di alcuni talk". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti confessa: "ho apprezzato Berlusconi". (AGI) Red 151700 MAR 06
Il premier sul match televisivo di ieri sera: ''Il Professore ha lanciato una opa ostile sull'Italia''
Il Professore: ''Psicologicamente mi sento vincitore. Il premier sente che il Paese non lo segue più''
Il vicepremier: ''Sbagliato dire che va tutto bene. Il professore? Grigio''. Il presidente della Camera: ''Un'occasione mancata. E' stato un dibattito sul passato''
Altri 782mila spettatori per replica La7, 213mila su Rainews
Roma - Sabato 25 febbraio, a partire dalle 14.30, al Palalottomatica di Roma si svolgerà la manifestazione di apertura della campagna elettorale dell'Ulivo, con Romano Prodi, Piero Fassino e Francesco Rutelli.I giornalisti, i cine foto operatori ed i tecnici, interessati a seguire l'evento dovranno accreditarsi presso l'Ufficio Stampa dell'Ulivo. Le testate possono inviare una e-mail all'indirizzo ufficiostampa@ulivo.it oppure un fax al numero 06/69661332, con la lista degli accrediti necessari, specificando nome, cognome, numero di tessera professionale e testata.Gli accrediti per l'accesso al Palalottomatica saranno disponibili presso la sede dell'Ulivo di piazza SS Apostoli 73, terzo piano, giovedí 23 e venerdí 24 febbraio dalle 11 alle 18.Si prega inoltre le testate radiotelevisive che avranno necessità di accedere al Palalottomatica con i propri mezzi e per il solo carico e scarico delle attrezzature, di comunicare i numeri di targa delle auto di servizio.L'Ufficio Stampa dell'Ulivo resta disponibile per qualsiasi ulteriore informazione ai numeri: 06/69661313 - 8.