Il nostro futuro ? Guardiamolo dal Med - Gigi Decollanz
Il Programma dell’Unione, intitolato “Per il Bene dell’Italia” affronta molti Temi, tutti importanti e vitali, ma uno in particolare lo è per la Gente del Mezzogiorno. “Lo scenario in cui si collocano le nostre politiche di coesione territoriale prescinde dai confini nazionali: è quello di un Mezzogiorno come ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo”, così inizia il Programma nella sezione dedicata allo sviluppo del Mezzogiorno, che si intitola “Il Mezzogiorno: una grande opportunità tra l’Europa ed il Mediterraneo”. Ed è proprio da qui che vorrei partire per azzardare una ulteriore sottolineatura in favore della nostra amata Puglia. Invero la Puglia, intesa nella sua naturale interezza, oggi più che mai necessita di programmare il proprio sviluppo, la propria crescita, il proprio futuro. E’ fondato ritenere, non aprioristicamente, che l’unica area in grado di offrirci l’opportunità di compiere concretamente tale programmazione è proprio quella del Mediterraneo.Il Programma dell’Unione sposa ed implementa questa tesi e la rende programmabile. Proviamo ad analizzarne le fondamenta e le possibili prospettive programmatiche. Motivi Storici. I motivi sono tanti, in un range che spazia dalla alta “compatibilità caratteriale” delle genti, alla stratificata tradizione storica comune. Non per caso l’unico vero ed autentico momento di fulgido splendore vissuto dalla nostra Terra (e da tutto il Sud in particolare), si è verificato quando un illuminato e geniale signore, regnante e amante di queste latitudini, improntò la sua politica estera (ma anche economica) proprio sui rapporti con i paesi del mediterraneo. Il suo nome nei libri di storia viene indicato come Federico II di Svevia, dai più fortunati conosciuto come il “puer apuliae”. Non sembra utile, in quest’ottica, neppure pensare che il Progetto Mediterraneo possa essere costituito dal così detto “corridoio 8”, utile solo per far fare affari ai soliti amici degli amici, ma non certo a far crescere il Sud. Che c’entriamo noi con i bulgari, i rumeni, gli ucraini e i moldavi; gente di nobili origini, di grande valore e cultura, ma con poco, veramente poco in comune con noi. Programmazione (progetto PLISMED). Questa programmazione, non troppo dissimile da un vero e proprio businness plan, dovrebbe essere basata su due assi portanti, propedeutici l’un l’altro, ma indipendenti nella generazione di due distinte forze : a) il primo, infatti, dovrebbe far scaturire una forza di natura centripeta, ovverosia la capacità di attrarre nel territorio pugliese uomini, risorse e capitali essenzialmente tesi a sviluppare l’incrocio (domanda/offerta) dei segnali economici provenienti dai Paesi dell’area mediterranea, diretti verso l’Europa; b) il secondo asse dovrebbe generare una forza centrifuga, ovverosia sviluppare un programma, coordinato e integrato con le Istituzioni, il cui fine debba essere quello di incrementare lo sviluppo e la crescita del tessuto socio-imprenditoriale pugliese, tale da consentirne una penetrazione logistica nei paesi dell’area mediterranea. Dall’unione di queste due forze, ovvero di questi due assi portanti, dovrebbe nascere una sorta di piattaforma logistica integrata per lo sviluppo dell’area del mediterraneo attraverso la Puglia (PLISMED). Forza centrifuga (progetto ASPMED). Si potrebbe temporaneamente trascurare (per motivi di spazio su questo Giornale) il primo asse (anche se non si può dimenticare la necessità del rafforzamento del settore turistico, dello sviluppo di un piano integrato di trasporti mare/ferro/gomma, di un programma di defiscalizzazione nell’allocazione di nuove aree produttive, e altro), e provare ad avviare una prima riflessione utile a perseguire l’obbiettivo proposto nel secondo asse (spinta centrifuga). Ebbene si tratta di capire come dare correttamente impulso ad un processo di ammodernamento, sviluppo ed espansione del comparto socio-economico-imprenditoriale pugliese, tale da avviarlo ad una proficua e qualificata interlocuzione con i paesi emergenti dell’area mediterranea, senza trascurare lo sviluppo dei rapporti commerciali. In altri termini consentire alle realtà pugliesi, opportunamente dotate di mezzi e risorse, di avere un canale privilegiato nei rapporti con tali paesi, fino a farsi carico di veicolare buona parte dei prossimi rapporti commerciali di tutta Europa. Questo impulso, se viene condiviso l’impianto logico che sino ad ora si è tentato di proporre, non può che passare – quindi - da un serio sviluppo e da una massiccia promozione di tale comparto nell’area del Mediterraneo incentivando esperienze di joint-venture, partnership, private equity e venture capital con realtà dei diversi paesi a quest’area appartenenti. Immagino, tra gli altri, uno strumento in particolare, che potrebbe chiamarsi Agenzia per lo sviluppo delle politiche del Mediterraneo. (ASPMED). La sua forma giuridica potrebbe essere a metà tra un cofidi (o consorzio di garanzia) ed una finanziaria di sviluppo, più o meno sulla falsa riga della SIMEST (ICE IT). Il capitale di funzionamento potrebbe essere “drenato” in parte dalle istituzioni regionali, in parte dall’Istituto per il Commercio Estero (ICE), ed in parte dai Fondi Europei destinati al settore. Il compito di tale ente potrebbe essere: sostenere partecipazioni in regime di venture capital (capitale di rischio) delle nostre imprese con altre allocate nei paesi MED; incentivare partecipazioni strategiche (private equity) per lo sviluppo di progetti comuni; garantire programmi di investimento in paesi MED in settori in espansione; finanziare, coordinare, e sviluppare progetti di integrazione commerciale, imprenditoriale, e culturale; sostenere ed incentivare la partecipazione delle nostre imprese a gare ed appalti banditi dai paesi MED; favorire l’accentramento in puglia degli interessi dei paesi MED; contribuire all’implementazione delle procedure più diffuse in Europa nei paesi MED.
Con un programma comunitario adeguato, nel lungo termine, potrebbe diventare la centrale strategica dell’economia di sviluppo del Mediterraneo ed il punto di riferimento del comparto produttivo dei paesi ad esso appartenenti. Così contribuendo a dotare la Puglia di uno sviluppo, di una crescita, di un futuro.

1 Comments:
articolo bello e ben fatto. magari la pensassero tutti così. auguri
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