Ambiente e il territorio - Giovanni Rana
Dando un’occhiata al programma dell’Unione colpisce il titolo con cui si apre la sezione dedicata alle politiche ambientali: “ La nuova alleanza con la Natura: Ambiente e territorio per lo sviluppo “.Bene. Mi sembra che già in questa proposizione di intenti sia contenuta (speriamo) una profonda diversità rispetto al modo con cui finora la politica si è “approcciata” con le tematiche ambientali. Negli ultimi dieci anni, benché la coscienza ambientalista si sia notevolmente estesa tra la gente e soprattutto tra le nuove generazioni a causa di un lavoro non disprezzabile che la Scuola, non tutta purtroppo, ha svolto in tal senso, la classe politica italiana ha fatto fatica a tenere dietro a questo ormai comune sentire. La preoccupazione per lo sviluppo e per il benessere ha spesso nascosto o fatto passare in secondo piano le esigenze ambientali, per cui l’espressione più avanzata che, in questo senso, i nostri politici si sforzano di usare è la ormai arcinota e, diciamo pure, abusata definizione coniata dalla Signora Bruntland e cioè “ sviluppo sostenibile “. In tale definizione c’è evidentemente l’immagine di uno che “spinge” (l’uomo) e di uno che “sostiene” o “resiste” se si preferisce (la natura), ma è implicito un velo di pessimismo, in quanto si capisce che le due cose sono opposte e non integrabili tra loro, tanto che si deve ricercare quell’esile linea di confine nella quale lo sviluppo non configge o almeno non esaspera il consumo delle materie prime e della qualità dell’ambiente tanto da determinare a breve termine condizioni impossibili per la vita. E’ evidente che non può più essere così e la recente e straordinaria crescita del Sud Est asiatico e della Cina hanno dimostrato che ognuno ha la sua idea di sostenibilità che viene di volta in volta adeguata alle necessità di sviluppo. Ritengo che il programma dell’Unione abbia colto nel segno, dando voce a quanto gli ambientalisti vanno dicendo da tempo, e cioè che occorre una “ nuova alleanza con la Natura” nel senso che essa non deve essere considerata l’antagonista dell’uomo o la torta di cui impossessarsi ad ogni costo prima che lo facciano gli altri, bensì deve diventare essa stessa, in una nuova ottica, occasione di sviluppo e benessere. In questo senso leggo con piacere la lode delle bellezze naturali e umane della nostra penisola intese come “risorse fondamentali per la qualità della vita e dello sviluppo presente e futuro”. Spero che rientrino a pieno titolo in questa ottica le realtà regionali tra cui ovviamente quella pugliese, degradata e svilita dai condoni e dall’arrembaggio soprattutto rivolto al territorio murgiano.

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