Monday, March 13, 2006

La società multiculturale - Gianfranco Algieri


Lo sviluppo delle reti, a cominciare da Internet, ci offre ogni giorno la possibilità di decidere se essere cosmopoliti o locali. Questa possibilità si trasforma in dilemma ogni volta che veniamo messi di fronte ad un problema di rilevanza sociale, politica, economica o, più semplicemente, di sopravvivenza.
Ancora più difficile risulta conciliare in una regione di frontiera la necessità di una onerosa integrazione europea con le esigenze di una normativa nazionale protezionista e la vocazione all’apertura, agli scambi transfrontalieri ed alla multicultura. La migrazione, fenomeno per lungo tempo prevalentemente di transito in questa regione, è spesso solo una valvola di sfogo del più complesso processo di contrapposizione fra chi ha e chi non ha. Per anni non ha lasciato tracce importanti in questa terra, se non i segni di un passaggio frettoloso e disperato.
I centri di accoglienza, l’attività di assistenza e di tutela dei diritti fondamentali e tutto l’impegno del terzo settore per il pieno inserimento dei migranti nella società, appaiono come elementi di un processo di “gestione” del fenomeno migratorio e di tentativo di “integrazione degli stranieri”.
Questo impegno costante a cercare di passare da una contrapposizione di etnie, culture, lingue ad una piena integrazione trascura completamente, quando non boicotta addirittura, i valori della multiculturalità e ne ignora la stratificazione.
Confrontando, o meglio mettendo in relazione fra di loro, gli strati corrispondenti di culture diverse è facile verificare che spesso ci si somiglia almeno quanto si è diversi.
Questa constatazione impone una seria riflessione sull’importanza di pensare ad una ricerca, per gradi, del giusto equilibrio interculturale da accettare, comunque, con le oscillazioni iniziali tipiche di certi fenomeni transitori necessari ad assestare e stabilizzare sistemi sociali complessi.
Si può, quindi, ipotizzando una ideale scala di livelli di contatto, pensare di costruire un modello di società multiculturale nel quale, dopo le inevitabili oscillazioni fra le contrapposizioni ed i tentativi di integrazione, si giunga ad una coesistenza armoniosa delle culture diverse.
In un ideale processo di armonizzazione di culture diverse la regola fondamentale, indispensabile anche solo per la semplice convivenza, è la definizione di un Diritto degli Stranieri. La sua piena condivisione richiede efficaci modelli di informazione e comunicazione ed adeguate tecniche di mediazione sociale e culturale. La sua piena accettazione, senza pregiudizi, non può che avviarsi da un processo educativo che incomincia a scuola e si accompagna alla formazione per tutta la vita.

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